Gerardo Dottori

Immagine Gerardo Dottori

Perugia 1884 - 1977

Diplomatosi all’Accademia nel 1906, intensifica la sua attività di decoratore di ambienti, che aveva intrapreso da tempo e con la quale si sostiene. Per cercare maggiori possibilità di guadagno si trasferisce a Milano dove esegue pitture murali in edifici privati nell’interland milanese per alcuni mesi.

In questo clima nasce un’opera fondamentale per i successivi sviluppi futuristi, Esplosione di rosso sul verde, datata 1910, in realtà di circa tre anni dopo, dipinto di rottura e reazione alla tradizione.

Si stringono i rapporti con Marinetti che verrà in visita allo studio dell’artista e che inaugurerà la sua prima mostra personale a Roma.

Nel 1924, nonostante la disapprovazione epistolare di Marinetti, che non era riuscito a far inserire ufficialmente i futuristi alla Biennale di Venezia, un suo dipinto, Primavera umbra, viene accettato dalla commissione esaminatrice. Nel 1926 inizia l’attività di decoratore a Roma e il previsto soggiorno di qualche mese si prolungherà fino al 1939, quando tornerà a Perugia ad insegnare. Nella capitale si mantiene scrivendo cronache d’arte per quotidiani e periodici e con l’attività artistica, contribuendo all’elaborazione della linea “politica” futurista anche attraverso le sue polemiche contro la tradizionale pittura figurativa. L’opera più importante di questo periodo è il Trittico della velocità più volte elogiata da Marinetti, che con la decorazione murale dell’Idroscalo di Ostia del 1928, segnerà l’affermazione dell’aeropittura, dando nuovo impulso al corso futurista. Queste opere saranno tappe importanti verso l’elaborazione del Manifesto dell’Aeropittura. Nel Manifesto dell’Arte Sacra Futurista firmato da Marinetti e Fillia nel 1931 è ricordato come il primo pittore futurista che rinnovò l’arte sacra.

Con Anno X l’artista umbro vince, nell’ambito della Biennale di Venezia nel 1932, il Premio del Ministero delle Corporazioni e con Enrico Prampolini è l’unico futurista a collaborare alla mostra per il decennale della Rivoluzione fascista tenutasi a Roma. Rientra definitivamente nella sua città natale nel 1939 e tra il 1936 e il 1938 insegna all’Istituto d’Arte di Perugia, per poi essere incaricato della cattedra di Pittura dell’Accademia di Belle Arti, divenendone direttore nel 1940. Alla fine del 1941 scrive il Manifesto umbro dell’aeropittura, la sua dichiarazione di poetica in cui specifica l’originalità del proprio linguaggio aeropittorico, pubblicato nella prima monografia dell’artista prefata da Marinetti per le Edizioni futuriste di poesia. Nel 1945 lascerà la direzione dell’Accademia, pur proseguendo l’insegnamento di Pittura fino al 1966.

La prima mostra personale del dopoguerra è del 1951 a Milano anno in cui è invitato alla prima mostra storica sul movimento d’avanguardia tenutasi a Bologna. Espone incessantemente a numerosissime collettive soprattutto in Umbria, dove è considerato sempre un indiscusso maestro, continuando a partecipare e a vincere numerosi premi.

Dottori muore il 13 giugno del 1977 nella sua casa di viale Pellini a Perugia.

(estratto dal sito ufficiale dell’artista: https://www.gerardodottori.net )