Pietro Annigoni

Immagine Pietro Annigoni

Pietro Annigoni nasce a Milano il 7 giugno 1910. Qui frequenta il Ginnasio "G. Parini" e trascorre molto del suo tempo alla Biblioteca Ambrosiana per studiare i disegni di Leonardo. Nel 1925 si trasferisce con la famiglia a Firenze, dove consegue la maturità classica presso il Collegio dei Padri Scolopi e dove nel 1927 comincia a frequentare la Scuola Libera di Nudo dell’Accademia di Belle Arti, seguendo i corsi di scultura con Giuseppe Graziosi, pittura con Felice Carena e incisione con Celestino Celestini. 

Annigoni vive fra Milano e Firenze, dove stringe amicizie con personalità del mondo della letteratura e dell'arte come il letterato Renzo Simi, il pittore e scultore pistoiese Mario Parri, lo storico d’origine fiumana Carlo Francovich, lo studioso d’arte trentino Niccolò Rasmo. Proprio nello studio dello scultore Mario Parri, Annigoni incontra Anna Maggini, allora studentessa del Conservatorio, con la quale si sposerà nel 1937 e dalla quale avrà due figli, Benedetto e Ricciarda.

E’ in questo clima di fervida intellettualità che Annigoni definisce la propria formazione di uomo e di artista, mostrandosi in grado di partecipare al dibattito sull’arte pur rimanendo estraneo a movimenti o correnti, tanto da guadagnarsi presto la fama di personaggio fuori dai canoni. 

Nel 1930 il giovane Pietro Annigoni espone per la prima volta a Firenze in una collettiva, ma la sua prima personale arriva due anni dopo presso Palazzo Ferroni nella galleria Bellini: vince il premio “Trentacoste”, con il plauso di Giorgio de Chirico e Ugo Ojetti.

Nel 1936 espone a Milano con eccezionale consenso di pubblico e di critica. Viaggia molto, visita molti paesi europei, rimane particolarmente colpito dalla pittura rinascimentale nordica. Durante i viaggi e le passeggiate in campagna disegna molto dimostrando un raro talento nel cogliere l’aspetto più profondo della natura, che riesce ad interpretare con estrema sensibilità.

Annigoni è un anticoformista, di idee liberali, contrario ad ogni forma di totalitarismo, crede in un’arte che abbia un valore civile e allo sfondo religioso di molte sue opere, che si esprime nei cicli decorativi di chiese e altari, unisce un’attenzione alla realtà sociale. Annigoni crea il suo primo importante ciclo decorativo ad affresco a Firenze, nel convento mediceo di San Marco, raffigurante una Deposizione molto drammatica dal sapore espressionista, che bene interpreta la ricerca di un arduo equilibrio fra modernità e tradizione. D’allora in poi la pittura a sfondo religioso sarà, insieme alla ritrattistica e all’incisione, uno dei temi portanti della sua produzione pittorica. Nel 1947 Pietro Annigoni firma, insieme a Gregorio Sciltian, Xavier ed Antonio Bueno, Alfredo Serri ed altri, il Manifesto dei "Pittori Moderni della Realtà”, che rappresenta una dichiarazione di aperto contrasto con le nuove correnti pittoriche propugnatrici dell’informale. In tutto il suo percorso lavorativo Annigoni seguirà sempre un suo stile personale che non verrà mai classificato come appartenente a qualche gruppo o corrente; dipingerà restando coerente fino in fondo e proseguendo la sua battaglia solitaria in difesa dello stile figurativo, che per lui, studioso di Benedetto Croce, coincide con la difesa dell'integrità dell'uomo. Distaccato dal mondo della cultura ufficiale, alla ricerca di un pubblico che capisca la sua arte, Annigoni, nel 1949 partecipa ad una mostra della Royal Accademy a Londra riscuotendo un successo che fa rimbalzare il suo nome sui giornali di tutto il mondo. A Londra, Pietro Annigoni espone molte altre volte: da Wildenstein (1950, 1954), da Agnew (1952-1956), alla Federation of British Artists (1961), alle Upper Grosvenor Galleries (1966), oltre alla costante partecipazione alle mostre della Royal Academy, diventando il più ricercato ritrattista. Nel 1955 esegue il Ritratto della Regina Elisabetta II, opera emblematica del ruolo di cui Pietro Annigoni è ormai interprete, diventerà praticamente il pittore della casa regnante e dell'aristocrazia inglese. Prediletto presso una società d’élite che in lui vede il degno erede di una tradizione antica e che ben volentieri si propone quale committenza secondo l’esempio dei grandi mecenati del passato (tra i tanti spiccano personaggi illustri come il duca di Edimburgo e la principessa Margaret d’Inghilterra, ma anche Margot Fonteyn, John Fitzgerald Kennedy, papa Giovanni XXIII), allestirà importanti e seguitissime esposizioni anche a Parigi ed a New York.

La passione per i viaggi diviene una costante nella vita di Annigoni, che si sposta da un capo all'altro del pianeta: India, Sud Africa, Iran, Messico, Sud America, alla ricerca di emozioni, culture, paesaggi diversi che egli riprende in schizzi e disegni.

Tra il 1958 e il 1980 Annigoni fu impegnato nella realizzazione di importanti cicli decorativi di tema sacro tra cui, fra gli altri, gli affreschi della chiesa di San Martino a Castagno d’Andrea, quelli per la chiesa di San Martino a Castagno d’Andrea, per il santuario della Madonna del Buon Consiglio a Ponte Buggianese, per la Chiesa Maggiore dell’Abbazia di Montecassino e per la Basilica di Sant’Antonio a Padova. Non mancano fra i cicli decorativi anche i soggetti profani, come L’Arcadia per la Sala del Pontormo a Wethersfield House Amenia, New York.

Dopo la dolorosa scomparsa della prima moglie, avvenuta nel 1969, Pietro Annigoni  incontra Rossella Segreto, che sposa nel 1976. 

Annigoni è un artista versatile, pratica l’acquarello, l’affresco, la tempera, l’olio; è disegnatore, litografo e incisore (anche illustratore per testi poetici e letterari), si dedica alla medaglistica e alla scultura. È stato Presidente degli Incisori d’Italia, membro delle accademie di San Luca e delle Arti del Disegno, dell’Accademia Cherubini a Firenze, della Royal Society of Portrait Painters di Londra. Artista di grande carisma, affermato in tutto il mondo (la rivista "Time" gli ha dedicato ben sette copertine), Pietro Annigoni ha saputo raccogliere intorno a sé ed alla sua "bottega" una vera e propria scuola di tipo rinascimentale, assolutamente gratuita, liberamente frequentata da artisti molto diversi tra loro, italiani e stranieri, tra i quali Luciano Guarnieri, Marcello Tommasi, Romano Stefanelli. Fernando Berardini, Timothy Widborne, Silvestro Pistolesi, Dawn Cookso, Antonio Ciccone, Ben Long, Douglas Anderson, Luigi Falai e molti altri. 

 

Dopo una lunga malattia si spegne il 28 ottobre del 1988 a Firenze dove riposa nel Cimitero Monumentale delle Porte Sante a S. Miniato a Monte. Nel 2008 è stato istituito un museo monografico dedicato alla sua produzione, con spazi espositivi permanenti presso Villa Bardini.